A cura del Comitato di Redazione

Nobili cavalieri e dame templari, amici carissimi, gentili lettori e affezionati cultori di storia templare,

come è noto i Cavalieri Templari erano uomini d’arme piuttosto che di penna, scrissero assai poco su loro stessi. Per conoscere la loro storia e il loro credo dobbiamo quindi rifarci, con senso critico, a quanto è stato scritto su di loro da parte di terzi (compresi i cronisti del tempo); altre fonti di informazione sono le testimonianze raccolte durante il processo a cui fu sottoposto l’Ordine tra il 1307 e il 1312, anche se inquinate dai metodi di coercizione fisica e psicologica inflitta ad imputati e testimoni. Vi sono poi dati deducibili dagli affreschi nelle chiese templari dell’Europa occidentale.   Sono quindi molto pochi documenti originali inerenti la vita dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio che ci sono pervenuti, sia perché i principali archivi dell’Ordine sono andati perduti o distrutti, anche a causa della “Damnatio Memoriae” che è seguita allo scioglimento dell’Ordine   dopo il quale i Cavalieri Templari cessarono di fare notizia e la loro storia sopravvisse nella leggenda e nel mito, che andò consolidandosi partire dall’inizio del ‘700 e soprattutto durante il romanticismo. Ma ben sappiamo che le leggende e i miti, soprattutto se mal intesi, spesso alimentano fantasie e strumentalizzazioni per i più disparati interessi e ragioni, e il non conosciuto alimenta non solo il sacrosanto desiderio di ricerca della verità per una corretta ricostruzione storica degli eventi passati, ma alimenta, altresì, fantasie letterarie, anche morbose, ad usum di soggetti soggiogati dal fascino di veri o presunti segreti e misteri.

Il mistero che da sempre avvolge i cavalieri templari, la loro eroica fine che li ha tratti dalla storia per trasformarli prima in leggenda e oggi in mito, ha attratto una moltitudine di appassionati, di studiosi, di storici, che hanno cercato di ricostruirne la storia, di approfondirne taluni aspetti e particolarità dell’Ordine dei monaci guerrieri per antonomasia, ma anche soggetti ispirati da motivazioni che genericamente definiremmo “meta storiche”.  Oggi abbiamo a disposizione una immensa produzione di testi letterari che a causa delle poche fonti storiche spesso non raccontano fatti reali, ovvero li rielaborano soggettivamente mescolando spesso in modo incoerente o apodittico realtà storica e fantasia interpretativa, frutto di teorie più o meno dimostrate e credibili.

Corre quindi l’obbligo di far presente che le tesi ed opinioni espresse in scritti, documenti o pubblicazioni ospitate su questo sito anche se di aderenti al Nostro Ordine, vanno considerate come opinioni personali degli autori, ovvero di coloro che gli stessi autori citano o ai quali si riportano per discutere dei vari temi proposti. Ma il merito di tali tesi possono non rappresentare e/o collimare con il Pensiero Ufficiale dell’OSMTH; né, le tesi e i fatti narrati in tali scritti possono essere considerati fatte proprie dall’ORDINE il quale consente le pubblicazioni nel sito per stimolare ad approfondire il dibattito e confronto critico su temi vari che incontrino l’interesse di studiosi della materia anche attraverso interventi metodologici e di confutazione.   Non poniamo limiti alla libertà di ricerca, ben sapendo che non tutto ciò che luccica è oro, ma sempre consci che per trovare l’oro è necessario setacciare molta sabbia.  Convinti come siamo che il senso critico si forma e rafforza non certo seguendo il pensiero univoco, ma nella dialettica civile tra tesi contrapposte.

Per tali ragioni e con questi chiarimenti l’OSMTH non assume posizione, né fa proprio il merito delle pubblicazioni che ospita nel sito. Al contempo, vuole chiarire ai lettori che all’Ordine sono riconducibili solo le note e comunicazioni pubblicate sul sito a firma del Gran Priore d’Italia ovvero del Gran Cancelliere, ovvero del Legato Magistrale ovvero ancora del Gran Consiglio Priorale che siano accompagnate dal sigillo e sottoscrizione delle Alte Cariche sopra citate.

(marzo 2018)