A cura di Francesco Paolo Brunello – Commendatore dell’Ordine e Visiteur Gran Priorale

RIFLESSIONI sull’Enciclica FRATELLI TUTTI  e il RUOLO  dei  POVERI CAVALIERI di CRISTO nella Chiesa della Fraternità e dell’Amicizia Sociale di Papa FRANCESCO.  Ovvero, la missione della cavalleria spirituale in generale e di quella templare del nostro Ordine nel  XXI° secolo.   

 

1. Per affrontare l’argomento che vado a trattare è indispensabile ricordare, sia pure con brevissimi cenni, come nacque la “Militia Christi” nel corso della seconda metà dell’ XI° secolo.  Da questa, agli albori del XII°, originò l’Ordo Pauperes Milites Christ Templum Salomonis.  La Militia Christi, o meglio dire i Christi milites, sono figli della riforma gregoriana della Chiesa, nati con lo scopo porre un argine al dilagare della violenza e dell’arbitrio dei “Signori”. Ciò per difendere non solo la Chiesa e le sue istituzioni, ma anche per difendere le vittime più fragili del Potere Secolare, individuate negli orfani, nelle vedove, nei deboli, nei pellegrini: soggetti “indifesi”, che venivano definiti, con un termine dal significato più ampio rispetto a quello odierno, pauperes.   In una società prevaricatrice, ove non esistevano diritti e doveri e l’esercizio del potere era direttamente correlato alla forza e alla violenza, la Chiesa Gregoriana  – anch’essa vittima di un  potere laico che, nel progressivo dissolvimento dell’ordine feudale, era ormai  mancipio  dell’homo omini lupus –   doveva porre un argine facendo appello ad  uomini d’arme che attraverso una sorta di conversio, di sacralizzazione del loro essere combattenti, si dedicassero, diremmo oggi, alla difesa dei diritti dell’umanità più debole, divenendo essi stessi pauperes milites, nel senso di difensori dei deboli: una sorta di  Cavalieri di Giustizia.  Da questa dedicazione e sacralizzazione nacque la nuova cavalleria e, nei primi decenni del secolo successivo, il primo Ordine Monastico-Militare della Storia d’occidente: i Templari, così come immaginati nel De laude novae militiae di san Bernardo.

2. Il passare dei secoli, il corso della storia con i suoi eventi, il mutare della società, delle culture, dei rapporti economici, all’apparenza, sembrerebbe relegare questa Cavalleria ad un passato ormai lontano. Tanto più nelle società occidentali che hanno fatto del Diritto il baluardo ad ogni forma di violenza, prevaricazione, conflitto, abnorme sfruttamento dell’uomo, della natura e dell’ambiente; baluardo per la difesa della Dignità di ogni uomo. Ma è veramente così?  oppure, il Diritto sempre più spesso diviene un simulacro vuoto o peggio ancora cela e giustifica  immense ingiustizie? L’ingordigia, l’avidità degli ultimi secoli, sono state fatte passare come legittime figlie dell’economia dello sviluppo.  Si è fatto del “mercato” il fulcro regolatore della società, anche se in suo nome si son depredati interi continenti e legittimato lo sfruttamento incontrollato di risorse naturali, incuranti dell’equilibrio della natura e delle conseguenze sull’ambiente e sulla povertà e sottosviluppo di intere nazioni spingendo larghi strati di quelle popolazioni a bibliche migrazioni verso “occidente”.

Nel mondo globalizzato del XXI° secolo, il potere economico sovranazionale, trasformato dalle tecnologie dell’informatica, è divenuto sempre più incontrollato e incontrollabile strumento di accumulazione a favore di pochi e a danno di molti, con gravi  conseguenze ed effetti sulla società e sulla Dignità di ogni uomo. Una tale forma di “sviluppo” troppo spesso  viene percepita solo nelle sue componenti utilitaristiche. Ma questo sistema di produzione e di commercio  globalizzato, che circola attraverso piattaforme e reti  “virtuali”, in modo  sempre più rilevante sconquassa e distrugge economie e società intere, e non solo nei paesi più poveri, ma anche nel mondo occidentale che dimentica come l’umanità non è  un’entità lontana ed astratta, ma è il nostro prossimo, di cui ognuno di noi  è parte integrante, nel bene e nel male.  

3. Papa Francesco, nella sua ultima Enciclica FRATELLI TUTTI, del settembre 2020, pone ad ogni uomo di buona volontà, di ogni religione e di ogni condizione sociale ed economica, una domanda:  che  cosa  ognuno di noi può fare per porre un limite a questa mostruosa degenerazione nei rapporti economici e dei Valori, che oggi si ripercuote negativamente soprattutto, ma non solo, sui più deboli e indifesi: sui pauperes del XXI° secolo?    Quei deboli e indifesi  sono parte integrante del nostro “prossimo”. In che modo e come, si chiede allora il Papa, è possibile lottare  contro tutto ciò?  

Nell’Enciclica, FRANCESCO lancia un articolato appello ad ogni uomo (ma soprattutto ai giovani), ricordando, preliminarmente,  come ogni nostra azione di lotta contro ogni forma, anche economica e sociale, di violenza, prevaricazione, sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente, implica che non si debba mai perdere “il senso della storia”: ci esorta, quindi, a  trovare la nostra Via per lottare cercandola nella ricchezza spirituale e umana tramandataci dalle generazioni che ci hanno preceduto.    Il richiamo del Papa alle  radici spirituali per trovare forza e ragioni per opporsi alle derive che stanno distruggendo l’umanità,  mi fa venire alla mente l’immagine di un albero: se l’albero, anche dopo secoli, continua a germogliare ogni anno nuove foglie, lo deve alle sue radici antiche e profonde.   Per noi, oggi, accogliere l’appello  del papa, significa far nuovamente germogliare, nel XXI° secolo, una pianta che trova le proprie radici  nei principi dei pauperes milites.   Essere guerrieri oggi, cavalieri di un Ordine Militare, ci impone non una passiva condivisione dei principi e dell’appello del papa, ma come lui stesso ci chiede,  essere militanti in questa lotta.   Una militanza concreta, che possiamo calibrare come Ordine organizzato, seguendo i principi della Fratellanza e dell’Amicizia Sociale che sono ben delineati nell’Enciclica.

4. Ricordiamo  come il Pater Noster era la preghiera fondamentale che  ogni templare doveva e deve recitare svariate volte al giorno.  Il nucleo fondamentale della  Fratellanza Universale della dottrina sociale dell’Enciclica  sta nell’essere tutti figli dello stesso  Dio padre. Nella preghiera  del Padre Nostro, non si distingue il cristiano dal musulmano o dall’indu, e neppure dall’ateo.   E’ una preghiera universale  dove ogni uomo chiede solo il simbolico pane quotidiano che non può essere negato a nessuno;  un pane fatto anche di dignità, di rispetto, di giustizia. In cambio,  ci viene chiesto  di rimettere ai nostri debitori i debiti, così come  il padre rimette  a noi  i nostri.  Il significato profondo  di questa preghiera ci da l’orientamento del nostro agire quotidiano, che deve dimenticare il conflitto, senza con ciò dimenticare, come ci esorta il papa, che è doveroso lottare contro le ingiustizie fonti inestinguibili di ogni conflitto.  Il sommo pontefice cita Ghandi e Martin Luther King, come esempi di guerrieri  che hanno lottato tutta la vita contro le diseguaglianze e l’ingiustizia  con  la nonviolenza  la cui forza va cercata nell’ Amore. Nell’enciclica  papa  FRANCESCO  ci insegna che amare significa anche lottare per far capire a chi agisce, sia pure inconsapevolmente, a danno dell’umanità, che  sbaglia e deve mutare il proprio agire.  Chi non fa questo non ama chi crea il danno, perché lo lascia indisturbato nel suo errore e, al contempo, non ama il suo Prossimo lasciandolo vittima indifesa.  La virtù teologale della Carità, che è insita nell’Amore Fraterno e nell’Amicizia Sociale, si pratica anche  militando per il bene del nostro fratello più indifeso.

5. FRATELLI TUTTI ci fa riflettere sugli insegnamenti profondi contenuti nella parabola del “buon samaritano”, dove sacerdoti, dottori della legge, religiosi praticanti, non si curano di aiutare un loro fratello, che, aggredito dai briganti, giace lungo la strada. Solo il samaritano (cioè chi è considerato eretico e straniero) si ferma ad aiutare chi magari lo ha sempre emarginato o denigrato e lo soccorre e cura. Il samaritano è l’esempio dell’amore fraterno gratuito; egli non ha fatto, come  gli altri, invettive contro i briganti, invocando la giustizia del re; né si è giustificato sostenendo di avere interessi  più importanti da sbrigare, dovendo andare al Tempio a pregare.  Misere giustificazioni che spesso anche noi utilizziamo di fronte a chi ha bisogno di aiuto. Il samaritano, non inveisce contro i briganti e la società  che non rende le strade sicure e non garantisce assistenza alle vittime, non si giustifica con il fatto di avere anche lui fretta ed interessi importanti da sbrigare, ma, egli, straniero rispetto alla vittima, AGISCE gratuitamente, nei limiti delle sue possibilità e del suo tempo, anche a favore di chi, probabilmente, in altra situazione, lo avrebbe evitato sdegnosamente. Con questa parabola Papa Francesco ci   indica  il senso profondo della Fratellanza Universale e della Amicizia Sociale, e al contempo, ci ricorda come solo l’Azione concreta  esprime l’Amore caritatevole, che non è  solo far beneficenza, quanto, piuttosto, l’essere presenti e solidali con il proprio impegno diretto  a favore del prossimo bisognoso, al di là ed oltre il proprio interesse personale. Questa è l’azione sociale militante. 

6. Papa Francesco ci esorta a prendersi cura del Mondo e dell’Umanità nel suo insieme, attraverso la cura al più debole, prestando grande attenzione a come l’economia mondiale, e i grandi interessi sottesi, stanno distruggendo il Bene Comune dell’Ambiente che appartiene a tutta l’umanità, in tutte le sue articolazioni.   Ci esorta a lottare per porre fine a tutte le forme di schiavitù; a lottare contro la fame e le malattie come fossimo un’unica famiglia, ponendo il Bene Comune prima e sopra gli interessi di singoli Stati o Entità economiche sovranazionali o multinazionali. Il senso di appartenenza alla medesima fraternità universale ci deve essere di aiuto e stimolo, per il dialogo franco e sincero, affinchè, oltre e al di sopra di ogni partigianeria, si cerchi di costruire e realizzare progetti orientati al Bene Comune. Nel trattare del “dialogo”, ci esorta alla massima attenzione ai pericoli sottesi alle forme di riduzione “virtuale” dei rapporti umani, anzichè coltivare il rapporto e l’amicizia  diretta, senza mediazioni,  che insegna alle persone a vivere in comunione  nel rispetto della dignità di ognuno;  si può così verificare il grado di Amicizia sociale che riusciamo a realizzare. Amicizia sociale che significa appunto operare e lavorare in armonia per la realizzazione di progetti a favore del Bene Comune.  Imparare ad ascoltare  e  gestire la propria individualità per creare un sentire condiviso.  Lavorare insieme ponendo il proprio individualismo e i propri interessi in secondo piano, aiuta uomini e popoli a superare i conflitti. Sentirci e trattarci come figli dell’unico padre riduce le ragioni  del conflitto religioso; così, il far proprio il Bene Comune aiuta a ridurre le ragioni del conflitto economico e sociale. La cultura del dialogo, dell’accoglienza e dell’ascolto è indispensabile per superare la cultura della guerra, della prevaricazione, anche economica, di un popolo o nazione rispetto all’altra. Ci aiuta a superare le differenze socio economiche spaventose che esistono anche in seno alle singole comunità. Lavorare per un mondo aperto, inclusivo, a livello di nazioni, società e financo famigliare. Lavorare attivamente  per superare una concezione di un  mondo di Soci, dove il legame è dettato dagli interessi, ma operare per un mondo di Fratelli dove il collante non sia l’interesse, che  spesso è fonte di conflitto, ma l’Amore  fraterno.  Così riusciremo a dare  senso concreto al trinomio di Libertà, Eguaglianza e Fratellanza, che trova sintesi nella Solidarietà,  il vero valore fondante di una società giusta ove anche l’economia  abbia sempre  come orientamento la sua funzione sociale.

7. Questi e molti altri sono i temi trattati in oltre 250 pagine dell’Enciclica, che invito tutti a leggere ed eventualmente ad approfondire insieme, soprattutto con l’obiettivo di individuare progetti concreti di azione come Ordine Cavalleresco. Invito, quindi, tutti a lavorare per dare il proprio contributo attivo. FRATELLI TUTTI è un invito all’ azione e alla lotta,  che non possiamo non accogliere come sfida per dare  nuovamente linfa al nostro essere Templari del XXI° secolo, e far germogliare nuovi frutti alimentati da antiche e rinnovate radici.  

L’Enciclica Fratelli Tutti è rivolta a tutti gli uomini di buona volontà e per questo apre nuove prospettive per l’Azione/Impegno sociale dell’Ordine. L’appello di papa Francesco è rivolto a tutti, affinchè, anche nello sforzo comune di tutte le religioni,  si cerchino modalità  e percorsi per vivere la fraternità e l’armonia sociale in modo unitivo per il Bene Comune dell’intera Umanità. Seguire l’appello e il pensiero di papa Francesco può costituire un’occasione di trasformazione dell’OSMTH, ancora una volta, in un vero Ordine militante, riscattandolo dall’angolo di marginalità ed autoreferenzialità in cui rischia di rimanere prigioniero. Un’occasione per  lasciare al passato nostalgie romantiche  di improbabili reduci della storia di un tempo, che vivono nel ricordo e nella speranza che la Storia ritorni su se stessa modificandone il corso con improbabili bolle di revisione canonica che riattivino l’antico Ordine. 

 E’ giunto il tempo  di  dare nuova vita ai valori antichi,  ma con modalità ed azioni che  non ci facciano apparire patetici e nostalgici fossili, ridotti, nel migliore dei casi, ad una compagine di ricercatori ed interpreti, più o meno attendibili, di eventi passati. Papa Francesco, con il suo messaggio apostolico chiama ed esorta anche noi a ritornare ad essere  un Ordine dedicato ad un’azione militante nella lotta contro i mali dell’Umanità: non  più soggetto passivo che chiede  cosa la Chiesa possa fare per l’Ordine (come è stato fatto varie volte in passato da settori scissionisti del nostro Ordine) quanto, piuttosto, cosa il nostro Ordine può  fare per la Chiesa  contribuendo a dare concreta attuazione ai doveri di militanza sociale che oggi la Chiesa, nuovamente, Cattolica ed Apostolica, ci chiede.

(marzo 2021)