A Cura di S.A.E. Dom Albino Neves – Gran Maestro dell’Ordine (aprile 2020)

Il perdono è parte della rinascita


Il Vangelo di oggi ci ricorda le parole di Gesù a Nicodemo, il dottore della Legge, in cui il Maestro dichiarò: “In verità ti dico che se un uomo non è mai nato di nuvo, non potrà vedere il regno di Dio”.
Ogni giorno è un’opportunità che Dio offre perché avvenga la rinascita dell’uomo, nascendo in Cristo, poiché “chiunque non è nato dall’acqua e dallo spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Sono le parole del Maestro. Le parole di Gesù fanno eco, più di duemila anni dopo la sua permanenza come uomo sulla terra, e rimangono attuali come lo erano allora.
Durante tutto il suo cammino terra, Gesù ha indicato la via per la rinascita dell’uomo, facendo diverse citazioni. Le principali sono: “amare Dio sopra ogni cosa”, e “amare il prossimo tuo come te stesso “.
Gesù venne sulla terra per offrire la salvezza a tutti. Nella parabola delle pecore smarrite, Gesù parlava dell’importanza di recuperare le pecore smarrite, perché, secondo Lui, “la volontà del Padre celeste è che nessuno dei suoi piccoli debba perire”, cioè Dio vuole che tutti siano salvati, e perché ciò accadesse, ha dotato l’uomo della facoltà di scegliere, attraverso la legge del libero arbitrio.
Gesù predicava sempre che tutti gli uomini sono fratelli, e che ognuno ha il diritto alla salvezza, quindi la necessità di perdonarsi l’un l’altro. Quando Gesù disse a Pietro che il perdono era illimitato, che non dovremmo perdonare solo sette volte, ma settanta volte sette, si ricordò che “se un fratello pecca contro di te, devi parlarne con lui, e se lui ascolta, hai vinto tuo fratello”; magnifica forma di perdono. In questa prima citazione Gesù ricorda che la pace deve essere cercata prima di portare un’offerta all’altare, e la pace è collegata al perdono.
Se tuo fratello non ti ascolta, Gesù suggerisce di prendere due o tre testimoni in modo da stabilire l’intera parola, tuttavia, se il fratello non ti risponde ancora, dovresti portarlo in chiesa e se si rifiuta di ascoltare, considera lui come gentile e esattore delle tasse.
Questa volta è possibile vedere l’importanza del perdono nella vita del cristiano. Il perdono è l’atteggiamento dei nobili.
Un vero cristiano ha il perdono nel suo cuore, che è la dimora del Divino stesso.
Quando ero più giovane, ho avuto l’opportunità sulla terra di avere un grande insegnante che continuava a dirmi “un uomo giusto non perdona” e, poiché è uno degli uomini più onesti e onesti che abbia mai conosciuto, per molto tempo le sue parole sono state calde nelle mie testa. Ci è voluta la maturità per capire che una persona giusta non perdona, perché una persona giusta non odia e se non odia, non c’è dolore nel suo cuore, capisce che solo Dio ha il potere di giudicare. Solo Dio conosce tutti gli elementi, e solo Dio ha un processo equo.
Un vero cristiano deve capire che chi non perdona cammina piegato sulla faccia della terra, a causa delle pietre dell’odio, del risentimento, e del dolore che porta nello zaino della sua esistenza e coscienza. Vive come “un’anima perduta”, con un cuore marcio per mezzo di sentimenti cattivi e impuri, muore ingerendo il suo stesso veleno, frutto della frustrazione, della vanità e dell’invidia.
Più il cristiano trasporta le pietre, dà rabbia, risentimento, odio e amarezza, più consuma il suo corpo fisico, rendendolo suscettibile a malattie, perdite e angoscie di ogni tipo. D’altra parte, il perdono decomprime il cuore, rinnova l’anima e eleva lo spirito.
Il perdono allevia la pressione dell’uomo su se stesso.
Il perdono calma le acque della vita, rendendola uguale a quella di un lago il cui specchio d’acqua riflette l’essenza della sapienza divina, attraverso il sole che dà vita a tutto il Pianeta. Il perdono è un balsamo per l’anima.
Se il perdono è questo e altro, perché molti insistono nel mantenere i loro cuori pieni di risentimenti, se l’unico a essere colpito da un tale sentimento è lo stesso portatore? Quando scopriranno il danno che si fanno?
L’odio, l’amarezza e la rabbia, l’invidia e la calunnia sono corrosive per la salute umana e denigrano lo spirito.
Gesù ha affermato che “tutto ciò che si collega sulla terra sarà collegato in cielo e tutto ciò che si disconnette sulla terra sarà disconnesso in cielo”, cioè quando il seguace di Gesù capisce che amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stesso, lo stesso è un legame importante tra lui e Dio, e che i sentimenti negativi sono un modo per allontanarsi da Dio, arriva a comprendere l’essenza di cosa significhi collegare le cose buone sulla terra e disconnettersi da quelle cattive, per stabilire la connessione con l’aldità.
Ciò che appartiene alla terra, sulla terra, l’importanza del risveglio cristiano di riempire l’essenza della sua vita con le cose che lo accompagneranno alla vita eterna, dovrebbe rimanere.

Gli insegnamenti di Gesù, indipendentemente dalla convinzione che l’uomo ha, sono una vera lezione di giusto vivere, di lasciar andare cose dannose per la salute fisica e mentale, la stabilità psicofisica e spirituale dell’uomo, di connettersi con i valori principali che elevano lo spirito umano e che possono aggiungere e amplificare la vita sul piano terrestre.
Se fosse bastato pregare solo per risolvere tutti i problemi, Gesù l’avrebbe detto. Tuttavia, il Maestro fu chiaro nel dichiarare che era necessario guardare, e che cosa è guardare se non rimanere in contatto con le cose di Dio, praticare gli insegnamenti di Cristo e allontanarsi dalle trappole del maligno?
Guardare significa rinascere in ogni momento, e rimanere in contatto con Dio.
È vero che la vita è piena di fastidi, ma i fastidi della vita non possono togliere i colori e la bellezza dell’Universo creato da Dio.
Quando l’uomo è in grado di amare se stesso, attraverso l’altro, è in grado di irradiare un campo magnetico di luce intorno a lui, capace di proteggerlo dai mali della vita.
La legge del libero arbitrio darà sempre all’uomo l’opportunità di scegliere, questa volta spetta a ciascuno scegliere il maestro che vuole servire. Disse Gesù “non giurerai falso, ma rivolegrai rigorosamente i tuoi giuramenti al Signore”. Ogni Postulante, ogni Cavaliere e ogni Dama Templare devono sempre ricordare queste parole, prima di mettere le mani sulla Sacra Scrittura e prestare giuramento di essere soldati di Cristo.
Il Cavaliere e la Dama Templare devono costantemente cercare di servire Dio, per essere consapevoli che Dio è il Creatore di tutti gli esseri viventi, di tutte le cose esistenti, fonte di tutte le vite e da dove emanano tutte le vite, cioè Dio è in tutti e in ogni cosa, e mantenere una connessione con Dio è il modo migliore per garantire all’uomo una buona connessione con le cose del cielo.
Questo lavoro fa parte di una serie di lavori che sono stati presentati ai Cavalieri e alle Dame Templari dell’Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani – OSMTH Magnum Magisterium.
Amen

Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam.

A tutti voi l’abbraccio fraterno e triplo templare da vostro fratello e servitore di Dio

S.A.E Dom Albino Neves

Testo originale

O PERDÃO FAZ PARTE DO RENASCIMENTO

O Evangelho de hoje nos lembra das palavras de Jesus a Nicodemos, o doutor da Lei, onde o Mestre declarou “em verdade te digo que se o homem não nascer de novo, não pode ver o reino de Deus”.

Todo dia é uma oportunidade que Deus dá para que aconteça o renascimento do homem, o nascer em Cristo, visto que “quem não nasce da água e do espírito, não pode entrar no reino de Deus” são palavras do Mestre. As palavras de Jesus ecoam, há mais de dois mil anos depois de Sua estada como homem na Terra, e continuam atuais como naquela época.

Ao longo do seu caminhar sobre a face da terra, Jesus indicou o caminho para que o homem possa renascer, fazendo várias citações, sendo a principais delas o “amar a Deus sobre todas as coisas” e o “amar ao próximo como a si mesmo”.

Jesus veio a Terra para oferecer a salvação a todos. Na parábola da ovelha perdida, Jesus falou sobre a importância de recuperar as ovelhas perdidas, pois, segundo Ele, “a vontade do Pai Celeste é que não pereça um só de seus pequeninos”, ou seja, Deus quer que todos sejam salvos, e, para que isso aconteça, deu ao homem o direito da escolha, através da lei do livre arbítrio.

Jesus sempre pregou que todos os homens são irmãos e que todos tem o direito a salvação, daí a necessidade de perdoar uns aos outros. Quando Jesus disse a Pedro que o perdão era ilimitado, que não deveríamos perdoar apenas sete vezes, mas, setenta vezes sete, lembrou que “se um irmão peca contra ti é preciso que venha argui-lo entre você e ele, e se ele te ouvir, ganhaste a teu irmão” magnífica forma de perdão. Nesta primeira citação Jesus lembra que primeiro é preciso que se busque a paz antes de levar oferenda ao altar e a paz está ligada ao perdão.

Se o teu irmão não te ouvir, Jesus sugere que se tome duas ou três testemunhas para que toda a palavra se estabeleça, contudo, se o irmão ainda assim não vos atender, deve-se levar diante da igreja e se ele recusar ouvir, considera-o como gentio e publicano.

Desta feita é possível vermos a importância do perdão na vida do cristão. Perdão é a atitude para os nobres de coração.

Um verdadeiro cristão tem o perdão em seu coração, que é a morada do Divino em si.

Quando mais jovem tive na terra a oportunidade de ter um grande mestre que vivia a me dizer “um justo não perdoa” e, por ele ser, um dos homens mais honrados e íntegros que conheci, durante muito tempo suas palavras ficaram em ebulição na minha cabeça. Foi preciso o amadurecimento para entender que um justo não perdoa, porque um justo não odeia e se não odeia, não tem mágoa no coração, compreende que só Deus tem o poder de julgar. Só Deus conhece todas as partes e só Deus tem um julgamento justo.

Um verdadeiro Cristão deve ter o entendimento de que aquele que não perdoa caminha arqueado sobre a face da terra, devido às pedras do ódio, rancor e mágoas que carrega na mochila de sua existência e de sua consciência. Vive como “uma alma penada”, com o coração apodrecido por sentimentos mesquinhos e impuros, morre ingerindo o seu próprio veneno, fruto da frustração, da vaidade e da inveja.

Quanto mais o Cristão carrega as pedras dá raiva, do rancor, do ódio e das amarguras, mais desgasta o seu corpo físico, tornando-o suscetível a doenças, perdas e desgostos dos mais variados. Por outro lado, o perdão descomprime o coração, renova a alma e eleva o espírito.

O Perdão desafoga a pressão do homem sobre si mesmo.

O perdão acalma as águas da vida, tornando a mesma como a de um lago cujo espelho d’água reflete a essência da sabedoria divina, através do sol que dá a vida a todo o Planeta. O perdão é um bálsamo para a alma.

Se o perdão é isso e muito mais, porque muitos teimam em manter o coração cheio de ressentimentos, se o único a ser afetado com tal sentimento é o próprio portador? Quando será que descobrirão o mal que causam a si?

O ódio, o rancor e a raiva, assim como a inveja e a maledicência são corrosivos da saúde humana e depreciativos do espírito.

Jesus afirmou que “tudo que ligares na terra será ligado no céu e tudo o que desligares na terra, será desligado no céu”, ou seja, quando o seguidor de Jesus compreende que amar a Deus sobre todas as coisas e ao próximo como a si mesmo é um importante elo entre ele e Deus, e que os sentimentos menores são uma forma de afastamento de Deus, passa a compreender a essência do que significa ligar coisas boas na terra e desligar de coisas más da terra, para estabelecer a conectividade que terá na vida após a morte.

O que é da terra, na terra deve ficar, daí, a importância do Cristão despertar para preencher a essência de sua vida com as coisas que vão acompanhá-lo para vida eterna.

Os ensinamentos de Jesus, independente da crença que o homem tenha, são uma verdadeira aula de bem viver, do desapegar-se das coisas nocivas à saúde física e mental, a estabilidade psicofísica e espiritual do homem, do conectar-se com os principais valores que elevam o espírito humano e que podem acrescentar e engrandecer a sua vida no plano terrestre.

Se bastasse apenas orar para resolver todos os problemas, Jesus assim o tinha dito. No entanto, o Mestre foi claro ao afirmar que era necessário vigiar, e o que é o vigiar senão manter-se conectado as coisas de Deus, praticar os ensinamentos do Cristo e afastar-se das armadilhas do maligno?

Vigiar significa renascer a cada instante e manter-se conectado a Deus.

É bem verdade que a vida é repleta de dissabores, mas, os dissabores da vida não podem tirar as cores e a beleza do Universo criado por Deus.

Quando o homem consegue amar a si mesmo, através do outro, consegue irradiar um campo magnético de luz em torno de si, capaz de protegê-lo, dos males da vida.

A lei do livre-arbítrio sempre vai dar ao homem a oportunidade da escolha, desta feita, cabe a cada um escolher o senhor que quer servir. Disse Jesus “não jurarás falso, mas cumprirás rigorosamente para com o Senhor os teus juramentos” desta feita todo Postulante e todo Cavaleiro e Dama Templário devem sempre se lembrar destas palavras, antes de colocarem a mão sobre a Escritura Sagrada e fazer o juramento de ser um Soldado de Cristo.

O Cavaleiro e Dama Templário precisam buscar incessantemente servir a Deus, ter a consciência de que Deus é o Criador de todos os seres viventes, de todas as coisas existentes, fonte de todas as vidas e de onde todas as vidas emanam, ou seja, Deus está em todos e em tudo e manter uma conexão com Deus é a melhor forma de garantir ao homem uma boa ligação com as coisas do céu.

Informamos que este trabalho faz parte de uma série de trabalhos que vem sendo apresentados aos Cavaleiros e Damas Templário da Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani – OSMTH Magnum Magisterium.

Amém
Non Nobis Domine, Non Nobis Sed Nomini Tuo da Gloriam
Não a nós Senhor, não a nós, mas a Tua glória.
Recebam todos o Fraternal e Tríplice Abraço Templário desse vosso Irmão e servo de Deus.
S.A.E Dom Albino Neves