Ultimo aggiornamento 23 febbraio 2024
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Messaggio di cordoglio inviato dal Gran Maestro dell’Ordine SAE Dom Albino Neves per la prematura scomparsa di S.E. Fr. Gerard Willery. Fai clic qui per leggerla

Comunicazione del Gran Priore Magistrale d’Italia in merito alla corretta intestazione dell’Ordine. Fai clic qui per leggerla

Benvenuti nel sito del Gran Priorato d’Italia dell’Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani

Discendenza De Sousa Fontes – Magnus Magister S.A.E. Dom Albino Neves

L’Ordine monastico – militare dei Cavalieri del Tempio, meglio noti come Cavalieri Templari, fu fondato nel 1118 a Gerusalemme, con il compito di difendere i pellegrini in visita ai luoghi Sacri della Terrasanta con l’appoggio di San Bernardo di Chiaravalle, che ne dettò la Regola.
Cresciuto nei secoli in potere e ricchezza, l’ordine si inimicò il re di Francia Filippo il Bello e andò incontro, attraverso un drammatico processo iniziato nel 1307, alla dissoluzione definitiva nel 1312, a seguito della bolla “Vox in excelso” di Papa Clemente V, che sospese l’Ordine per via amministrativa. Le recenti ricerche storiche hanno rivelato in maniera inequivocabile che il Papa Clemente V in realtà, così facendo, decise di non decidere: non voleva creare un nuovo scisma con la corona francese (come minacciato da Filippo il Bello) così, per evitarlo, sospese l’Ordine del Tempio, ma senza condannarlo.
Questo non frenò le infamanti accuse che attinsero i Templari, i quali furono arrestati e torturati al fine di estorcerne le confessioni. L’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, il quale in un primo momento aveva confermato le accuse, le ritrattò, e venendo arso sul rogo assieme a Geoffrey de Charnay il 18 marzo 1314 davanti alla cattedrale di Parigi, sull’isola della Senna, con l’ultimo suo respiro gridò, rivolto a Notre Dame: “l’Ordine è puro, le accuse inventate, le confessioni estorte”.
Molti storici sostengono che De Molay, prima di morire, avrebbe trasmesso la propria carica al cavaliere Jean-Marc Larménius, il quale avrebbe redatto il 13 febbraio 1324 un documento, la cosiddetta Charta di Larménius. Il nostro Ordine segue questa tradizione, la quale sostiene che i Gran Maestri suoi successori, che vissero nascostamente, l’avrebbero sottoscritta, fino al regolamento generale emanato dal Convento Generale tenutosi in Versailles l’anno 1705. Poi furono redatti gli Statuti del 1947 (processo verbale del 27 dicembre 1946), cui fecero seguito i Decreti Magistrali che stabilirono il passaggio del regolamento e la guida dell’OSMTH Magnum Magisterium al Reggente Emile-Clément-Joseph Vandenberg (1935-1942), al Reggente Antonio Campello Pinto de Sousa Fontes (1942-1960), al Reggente Dom Fernando Campello Pinto Pereira de Sousa Fontes (1960-2018) e, per espresse volontà testamentarie previste dall’articolo 11, punto C degli Statuti, all’attuale Gran Maestro Dom Albino Neves, affiancato dalla Principessa Reggente Maria Suzana Sendim Figueiredo Pinto de Fontes. Perché tanto interesse oggi per un ordine cavalleresco tragicamente estinto sette secoli fa? Si stima vi siano oggi nel mondo circa 50 milioni di persone interessate a conoscere l’Ordine dei Cavalieri del Tempio, e non certo o non soltanto per la loro forza militare, che li aveva resi l’arma più potente della cristianità, non per il mistero che da sempre li avvolge, e nemmeno per la loro eroica fine che li ha tratti dalla storia per trasformarli prima in leggenda e oggi in mito, ma per la loro spiritualità. Ecco il motivo per cui vogliamo parlare dei Templari: per la loro spiritualità, per il loro esempio e per il loro progetto. Il loro motto, che è ancora il nostro, più di tante parole fa capire cosa significa sentirsi gli eredi della vera spiritualità e delle nobili trazioni cavalleresche dei nostri predecessori templari: “Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam” (non a noi Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria). Uno spirito di servizio e di attenzione quindi, nei confronti dei fratelli cavalieri e della società nella quale tutti noi, con ruoli e compiti diversi, operiamo. Uno stile scevro dalle luci della cronaca ma concentrato sul fare e sul dare valore alle cose, alle azioni ed ai comportamenti con i quali siamo chiamati a misurarci.
A noi quindi con i fatti e con la nostra disciplina, spetta il compito di ricordare i Cavalieri Templari, la loro grandezza, il loro eroismo. Il nostro dovere è risvegliare i valori della cavalleria e della tradizione dei Poveri Cavalieri di Cristo attraverso la preghiera, la difesa della fede cristiana e gli studi storici.

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